Le 5 Giornate di Milano
(terza parte)
In quei giorni nelle strade di Milano le barricate sorgono ovunque innumerevoli.
Ce ne sono di semplici, fascine legate insieme con le corde; ci sono quelle fatte accatastando sedie, materassi, banchi di chiese, ante scardinate.
A Porta Romana si fanno con le carrozze di Corte trovate vicino alla Chiesa di San Giovanni in Conca.
Per costruire la barricata in Piazza Cordusio risultano utilissimi i libri dell’Ufficio del Bollo.
E proseguono i combattimenti. I bagliori degli incendi…
…Ma poi, finalmente “I Toder se ne vanno!”
I padroni arroganti si sono trasformati in fuggitivi che scappano.
La grande notizia corre di bocca in bocca.
Si levano alte le grida di vittoria!
23 marzo. Alle prime luci del giorno la città è libera.
Il Governo provvisorio ne dà avviso con un proclama.
“Il Maresciallo Radetzky non ha potuto resistere più a lungo. Voi quasi senz’armi avete sconfitto un esercito che godeva di vecchia fama d’abitudini guerresche e di disciplina militare.
Il Governo austriaco è sparito per sempre dalla magnifica città nostra.
Milano è libera!”
Tratto dal mio libro “Quei giorni di libertà”