Nasce a Roma nel 1836, primogenito di Silvestro e Giuseppina; il fratello minore, Arrigo, diventerà un letterato e dovrà la sua fama soprattutto ai libretti d’opera scritti per il Maestro Giuseppe Verdi, che verranno considerati autentici capolavori.
Ma torniamo a Camillo. A 14 anni lo rintracciamo a Venezia, studente dei corsi dell’Accademia di Belle Arti. Il futuro professionale è già scritto in lui: la sua passione è l’architettura.
A Milano si esprimerà quale Docente con cattedra all’Accademia di Brera dal 1860 al 1909, diventerà Presidente della stessa Accademia e insegnerà anche al Politecnico.
Pubblicherà il volume “Architettura del Medioevo in Italia”, darà alle stampe una rivista “Arte italiana decorativa e industriale”. Nel 1879, al Congresso degli Ingegneri e Architetti presenterà una sua relazione sul restauro dei monumenti, che diventerà a tutti gli effetti, la prima e più autorevole “Carta del restauro”.
Camillo Boito viene considerato uno dei maggiori promotori del rinnovamento della cultura architettonica italiana. Tre sono le qualità che deve esprimere l’architettura, secondo il suo credo: importanza archeologica – apparenza pittoresca – bellezza architettonica
Lasciamo parlare due sue realizzazioni milanesi.
Scuole Luigi Galvani
Realizzate nel 1889, rappresentarono un’eccellenza nel panorama scolastico.
Le aule, le stanze per il disegno, le palestre per le ore di educazione fisica.
E la novità assoluta: gli spogliatori, ricavati fra aula e aula.
Casa Verdi
Giuseppe Verdi ha acquistato tremila metri di terreno fuori di Porta Garibaldi; l’idea, già esternata ad alcuni intimi, è quella di “aiutare i compagni meno fortunati”.
Dopo molte riflessioni, una ipotesi prende forma. Nel gennaio del 1895 Verdi si incontra con Camillo Boito per esaminare il progetto e il preventivo che il Maestro ha chiesto qualche tempo prima all’architetto.
Un secondo progetto revisionato che porta la data del 1896 viene approvato e l’appalto per i lavori viene affidato agli imprenditori edili Fratelli Noseda, con sede in via Moscova 70.
“La Casa di Riposo per Musicisti è sorta su progetto di Camillo Boito, in stile medioevale, leggermente tinteggiato di moresco.
Le finestre della facciata sono bifore, trifore le due finestre grandi che sovrastano il portone”.
Giovanna Ferrante