Cesare Beccaria ha 24 anni, Teresa de Blasco ne ha 17. Si sono sposati 15 mesi prima travolti da un amore romantico, un colpo di testa che il Marchese Beccaria e la consorte non hanno accettato, la ragazza è figlia di un militare e appartiene ad una famiglia appena abbiente, certo non la sposa prevista per Cesare.
Il giorno delle nozze nessuno è presente della famiglia Beccaria, Cesare viene cacciato di casa con l’obbligo di non presentarsi mai più d’innanzi ai genitori; la madre addirittura quel giorno si veste a lutto.
I due giovani vanno a vivere in via Rovello in due piccolissime stanze, povertà disagi e il futuro che sembra ancora più grave da sopportare adesso che Teresa aspetta un figlio.
Ne parlano con l’amico più caro di Cesare, Pietro Verri, il quale trova una soluzione. Dovranno mettere in scena “una commedia” per commuovere i genitori e poter tornare a Palazzo Beccaria.
Cesare e Teresa si avviano, quel 19 Maggio 1762, verso Contrada di Brera dov’è la residenza dei Marchesi.
Sono tutti a tavola, il padre Giovanni Saverio, la madre Maria, i fratelli, lo zio Nicola, la nonna Marianna.
Cesare in ginocchio invoca piangendo il perdono paterno (è una sceneggiata, in realtà pensa all’insopportabile disagio delle stanze di Via Rovello e dell’insostenibile miseria); Teresa dopo poche parole finge uno svenimento. Trambusto generale, commozione alla rivelazione dell’attesa di un bambino, perdono e pace fatta.
Il 21 Luglio 1762 nel palazzo dei Marchesi Beccaria nasce Giulia Maria Anna Margherita. Intanto Teresa è affascinata dalla ricchezza, dalla mondanità, dai ricevimenti, dagli inviti che riceve da nobili e aristocratici e dagli abiti e dai gioielli che può permettersi, ed è anche attratta da relazioni extraconiugali. Cesare peraltro è impegnato in un turbine creativo che condivide con Pietro Verri, lanciano idee nuove, sono intellettuali di punta a Milano, è loro la nuova pubblicazione “Il caffe”; e quando Giulia compirà due anni il padre sarà occupatissimo per l’uscita del suo volume più famoso “Dei delitti e delle pene”.
In sostanza non sono genitori, questa è l’atmosfera in cui cresce Giulia.
Teresa non ha ancora 30 anni quando muore di sifilide. Cesare si dispera, ha perso l’amore della sua vita, però si risposa dopo soli 40 giorni con Anna Barbò erede di una ricca famiglia imparentata con i Verri. Porta una dote molto importante, ben 90.000 lire però chiede che la dodicenne Giulia sia mandata in collegio. Quest’ultima non conosce neppure la matrigna e saprà solo per caso della nascita di un fratellastro.
I Verri sono dieci fratelli, il primogenito è Pietro l’ultimo è Giovanni. Che è buono, sensibile, intelligente ma senza volontà, ama le feste, le conversazioni, andare nei caffè, è debole, pigro e non ha un interesse se non l’amore per le donne. Dirà una sua amante “Sa corteggiare e poi lasciare con buone maniere”
Intanto Giulia ha 18 anni ed è uscita dal collegio dove è stata definita “eccentrica, impazientissima, che vuole essere padrona di sé”.
Rientrata in famiglia, la vita quotidiana diventa infernale. Per il padre Cesare è un impegno superiore alle sue forze, sarebbe bene che si sposasse. Ma il destino è in agguato.
A una serata organizzata in un palazzo aristocratico milanese Giulia 19 anni e Giovanni 36 anni si conoscono e si innamorano perdutamente. Si frequentano assiduamente, giorno dopo giorno. Cesare Beccaria e Pietro Verri devono porre rimedio a quello che potrebbe diventare un disastro.
Lei è irruente e passionale, lui innamoratissimo ma senza un futuro e senza un soldo.
Giulia si deve sposare, Giovanni deve essere dimenticato.
Ed ecco profilarsi “l’affaire Manzoni”.
Don Pietro Manzoni è vedovo della prima moglie da 7 anni e cerca di risposarsi.
Il contratto è stipulato. I due si sposano il 20 Ottobre 1782.
Giulia ha 20 anni, Manzoni 46 (2 più di suo padre).
Vanno ad abitare nell’appartamento di lui in Via San Damiano, condiviso con le sue cinque sorelle nubili e Don Antonio il fratello prete. Il matrimonio si rivela difficilissimo, per Giulia insostenibile, il suo punto luminoso e amoroso è ancora e sempre Giovanni Verri.
Che dopo 3 anni dal suo matrimonio, peraltro da subito naufragato, le darà un figlio.
Il 7 Marzo 1785 nasce un bambino. Il suo nome Alessandro. Il cognome, per burocrazia, Manzoni.