Ho visto l’inizio della tua vita.
Un dono a cui mai avevo assistito.
Eri racchiuso in un piccolo uovo candido, appoggiato sulla terra di un grande vaso nell’angolo del mio balcone.
Un piccolo uovo candido sino ad un istante prima.
Poi, eccoti! Una piccola forma ovale, immobile, coperta da sottili fili gialli e con il becco rosa trasparente.
Passano i giorni, i sottili fili gialli aumentano, si infoltiscono, sul capino sembrano una parrucca spettinata, il becco è diventato più lungo, più largo e nero.
Sei sempre immobile, quando riesco a vederti, perché per la maggior parte del tempo c’è lei, la tua mamma e il suo corpo ti nasconde mentre ti scalda e ti protegge.
Passano le settimane. Cresci. Il miracolo della vita si compie in te.
E un giorno, ormai sviluppato, ti aggrappi al bordo del grande vaso che ti ha fatto da culla e dopo uno zampettare incerto e parecchi tentennamenti, ti lasci andare e arrivi a terra. Mentre il tuo pigolio si fa più intenso, colonna sonora dei tuoi primi movimenti.
Intanto ti accudisco, ti lasco cereali, riso, legumi e acqua.
Ancora qualche giorno e poi un pomeriggio non ci sei più.
Cosa ti è successo? Una rovinosa caduta dall’alto?
Ti cerco, controllo tutto il cortile. Tre ore di ansia per la tua sorte, un tempo lungo di nostalgia.
Quando ecco che una figura viene in volo verso di me, plana sulla ringhiera del mio balcone, mi guarda, con un saluto muto si congeda.
Sei diventato un indipendente giovane piccione adulto.
Ti guardo anch’io in silenzio e ti auguro, amico mio, buona vita!