Oggi nella giornata dell’Epifania, vi voglio dedicare questi due
Brani tratti dal mio libro I Magi in Piazza Duomo. Buona lettura.
Melchiorre, Gaspare, Baldassarre.
I loro occhi fissi alla volta celeste.
“Le costellazioni, che pure osserviamo e studiamo con l’anima e con lo sguardo notte dopo notte, sono a noi ancora oscure; la luce delle stelle nel firmamento dove hanno dimora, celebra il mistero dell’universo e del suo inizio. E di quell’inizio le stelle custodiscono il linguaggio.” (…)
“Dobbiamo metterci in cammino non appena sarà visibile una cometa.
E il cammino che affronteremo per raggiungere la meta ci porterà ad un più alto stato di consapevolezza, in comunione con lo Spirito, con il Divino.
Compiuto il nostro destino, noi torneremo per riferire l’evento assoluto quel quale saremo stati testimoni, per consegnarlo agli uomini di ogni tempo.”
“La mia notte è quella dell’Epifania.
La dodicesima notte dopo il Natale.
La notte durante la quale i druidi, i sacerdoti dei Celti, compivano i loro riti.
La notte che da sempre e per sempre simboleggia il passaggio dal buio alla luce, la sopravvivenza al gelo nella speranza della rinascita.
I prodigi di quella notte: gli animali che parlavano, le fanciulle che traevano auspici sulle loro future storie d’amore mettendo foglie d’ulivo sulla cenere calda.” (…)
“Nel corso dei millenni, ho cambiato aspetto e anche nome.
Mi conoscete ora come la Befana, la mia immagine è quella della vecchia – naso adunco, mento aguzzo, in testa un gran fazzoletto rattoppato – che passa alta nel cielo volando su una scopa.
Nelle calze che i bambini hanno appeso, metto frutta secca o un’arancia, qualche dolcetto, qualche caramella.” (…)
“All’alba poi il mio ciclo si conclude.
Di nuovo attraverserò il vento per tornare l’anno successivo durante la magica notte dell’Epifania. Perché la Befana è eterna.”