GIANNI RODARI
1920 – 2020
Prima Parte
Nasce a Omegna nel 1920, il suo papà è fornaio, la mamma commessa nella panetteria di famiglia.
Nove anni dopo il padre muore e la madre con i due bambini – Gianni e il fratellino minore Cesare – si trasferiscono a Gavirate.
Nel 1931 alla sua mamma sembra una buona idea quella di far entrare il figlio maggiore nel Seminario di Seveso perché sia istruito e abbia un futuro. Ma non è la sua strada.
Il ragazzino allora prosegue gli studi frequentando le Magistrali. Contemporaneamente si avvicina all’Azione Cattolica, pubblica sul settimanale cattolico “L’Azione Giovanile” e inizia la collaborazione con “Luce” diretto da Monsignor Sonzini.
Nel 1937 si diploma e diventa maestro. Con cattedra prima a Gavirate, poi a Brusimpiano e a Besozzo, sempre nel varesotto. E per Rodari è un gran piacere, si trova bene con i bambini, in aula le mattinate sono gioiose, lui corregge i loro compiti, i suoi alunni correggono i suoi scritti aggiungendo l’ingrediente della spontaneità.
La drammatica parentesi della seconda guerra mondiale. Esonerato dal servizio militare a causa di problemi di salute, richiamato dalla Repubblica di Salò e assegnato all’Ospedale milanese di Baggio.
Prima del termine del conflitto si rifugia in clandestinità e si iscrive al Partito Comunista. Nel 1945 il giovane maestro inizia la carriera di giornalista, che nel 1947 lo porterà all’Unità, titolare della rubrica “La Domenica dei Piccoli”.
Segue poi la grande soddisfazione di dar vita ad un suo giornale per ragazzi “Pioniere”; un anno dopo sarà la volta della pubblicazione del suo primo libro pedagogico “Il manuale dei pionieri”.
Ma sono in agguato momenti bui, con la scomunica da parte del Vaticano secondo il Decreto della Congregazione del Sant’Uffizio, cioè la “Scomunica dei comunisti”, definendo lo scrittore pedagogista “Un ex-seminarista cristiano diventato diabolico”. Nelle parrocchie i parroci, come un dovere, bruciano il suo libro e le copie del suo giornale.
Poi però l’autentico successo. Dalla seconda metà degli Anni Cinquanta sino alla fine del 1960, Gianni Rodari si dedica con passione al lavoro per i bambini e raggiunge la notorietà grazie alle pubblicazioni con la casa editrice Einaudi.
Insegnare ai bambini attraverso il gioco, la fantasia, un linguaggio che sappia accendere il loro interesse e il loro entusiasmo. Sono queste le sue regole.
“E’ difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo…”
(Parole per giocare – di Gianni Rodari)