Guido Vergani
Riflessioni pubblicate sul “Corriere della Sera” – Anno 1999
Ho avuto il grande piacere di conoscere Guido Vergani – giornalista che ha lasciato la sua firma al Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Panorama.
Con l’apprezzatissima la rubrica “Il Milanese” concluderà negli Anni Novanta la sua carriera al Corriere della Sera diretto da Ferruccio De Bortoli.
Ecco, tratte da un suo articolo, alcune riflessioni su Milano.
“Cosa vorrei portare nel Duemila, del Novecento di Milano?
La stagione del Futurismo, ripulita dalle sue febbri interventiste e guerresche.
Il fervore editoriale di Angelo Rizzoli, Arnoldo Mondadori, Valentino Bompiani.
Il fare e l’entusiasmo del dopoguerra, quando in un anno la città rimise in piedi la Scala e la Fiera Campionaria.
La Milano che costruisce la prima linea della metropolitana a tempo di record.
Le Triennali degli Anni Trenta e Cinquanta.
“Miracolo a Milano” di De Sica, “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti, “Il posto” di Olmi.
Il Piccolo di Strehler e di Grassi, quello del “Nost Milan” e del “Galileo”.
Il premio Bagutta.
Il profilo dolomitico di Dino Buzzati.
II passettini di Eugenio Montale in via Bigli.
La ricerca all’Istituto dei Tumori, al Besta, al San Raffaele, all’Istituto Oncologico Europeo.
E il volontariato milanese.”
Ricordo con emozione di aver partecipato con lui alla fine degli Anni Novanta, ad alcune edizioni del Premio Bagutta. Indimenticabili serate presso la Trattoria di Alberto Pepori appunto in Via Bagutta, dove il Premio Letterario nacque la sera dell’11 novembre 1926, per volontà di pittori, scrittori, un commediografo, giornalisti; fra gli altri anche Orio Vergani, padre di Guido, scrittore, giornalista e primo fotoreporter italiano.