La letteratura quale indicazione per riflettere sulla vita.
Sulle tematiche e sui problemi personali e collettivi.
La violenza contro le donne: fisica e psicologica, l’annullamento della personalità, della capacità di reazione, della determinazione a difendere o ritrovare la propria libertà.
Il mio invito è quello di rileggere le pagine di UNA DONNA, libro pubblicato nel 1906, il più significativo e importante scritto da Sibilla Aleramo, romanzo autobiografico e analisi della propria vita.
Eccone qualche riga:
“Povera vita, meschina e buia, alla cui conservazione tutti tenevan tanto!
Mio marito, il dottore, mio padre, i socialisti come i preti, le vergini come le meretrici. Le rivolte individuali erano sterili o dannose, quelle collettive troppo deboli ancora, ridicole quasi di fronte alla grandezza del mostro da atterrare…”
“La sua non era più gelosia, era un livore oscuro, era umiliazione, era mania d’imporsi vedendo affermarsi la possibilità della mia indipendenza…
…E’ un compito immenso: bisogna riformare la coscienza dell’uomo, creare quella della donna…”
“Alfine mi riconquistavo, alfine accettavo nella mia anima il rude impegno di camminar sola, di lottare sola, di trarre alla luce tutto quanto in me giaceva di forte, d’incontaminato, di bello; alfine arrossivo dei miei inutili rimorsi, della mia lunga sofferenza sterile, dell’abbandono in cui avevo lasciata la mia anima.
Alfine risentivo il sapore della vita.”
Giovanna Ferrante