La tradizione Pasquale delle Uova
E’ il giorno di Pasqua nel Medioevo.
Parenti e amici si scambiano il dono tradizionale, il simbolo primaverile di rinascita della vita: un uovo decorato, che per assumere la colorazione è stato bollito insieme a foglie o fiori.
Qualche secolo più tardi, una nuova tradizione rigorosamente riservata solo alla nobiltà, del resto nessun altro ceto sociale avrebbe potuto permettersi simili simboli pasquali: la creazione di uova fabbricate da maestri orafi, rivestite di materiali preziosi quali l’argento, l’oro, il platino.
Ma ecco sulla scena apparire colui che diventerà l’orafo più famoso e creativo: Peter Carl Fabergé.
Nell’anno 1885 riceve un ordine dallo Zar Alessandro III: un uovo che dovrà essere particolare e splendido per la zarina Maria Fedorovna, alla quale lo Zar lo consegnerà la mattina di Pasqua.
E Fabergé si mette al lavoro. Immagina, disegna, poi realizza un uovo in oro smaltato di bianco contenente un altro uovo tutto d’oro, che a sua volta nasconde al suo interno due doni: la miniatura in oro della corona imperiale e una gallina d’oro con gli occhietti di rubino.
Possiamo immaginare lo stupore e la felicità della Zarina!
Da quel momento l’orafo Fabergé diventerà gioielliere di corte e ogni anno dovrà realizzare un uovo assolutamente unico, mai più riprodotto, e che dovrà contenere al proprio interno una meravigliosa sorpresa.
E anche se non è da tutti festeggiare la Pasqua ricevendo in dono un uovo Fabergé, è comunque a lui che dobbiamo la tradizione del dono – importante o modesto, gradito o deludente – che troviamo nell’uovo di cioccolato!
Giovanna Ferrante