Una nuova raccolta di poesie di Maria Cristina Pianta che è affresco dei ricordi.
Versi liberi che raccontano l’itinerario di ciò che fu, luoghi, momenti, stati d’animo.
La sua scrittura, un’alchimia poetica che con le immagini custodite nella memoria ricostruisce ciò che manca, e il rapporto con le proprie radici è la redenzione del passato in un simbolico spazio senza tempo sottratto alla dimenticanza, utilizzando gli elementi della vita filtrati attraverso la sensibilità artistica.
Maria Cristina Pianta affida alla poesia il rimpianto e la tenerezza per i luoghi e le persone, e le sue emozioni si insinuano nel quotidiano che fu suo ma è anche nostro, accomuna tutti; il lettore non può negare di risentire quel “grido di gioia animava il paese nelle buie sere. Torna nella notte quel suono di voce ritrovata” o di rivedere, con struggimento “S’intravede la casa di lunghe estati, coperta da fitti rovi”.
I suoi versi sono anche monito a riconoscere il perenne presente dell’esistenza “invisibili anelli si accostano, si saldano. Vi ritrovo fra corse estive e altalene”
Rendono testimonianza della forza del cuore, il cui battito si nutre della forza delle profondità dei ricordi: azioni, sentimenti, stanze rivisitate con lo sguardo interiore, tutto riemerge scolpito dal suo linguaggio che diventa parola collettiva.
Leggendo queste pagine il tempo si ferma, le visioni si mescolano, le emozioni salgono in gola per quei giorni, per quegli attimi ritrovati incredibilmente giovani.
La copertina è un disegno di Emilio Palaz, così come i disegni che nel libro accompagnano i testi con perfetta sensibile consonanza.
Giovanna Ferrante