Suor Ancilla
Nel giorno che celebra chi non c’è più ma è presente nel ricordo e nella memoria, il mio pensiero è per Suor Ancilla, deceduta il 20 ottobre.
Nel mio Natale più doloroso e più buio – mia madre era morta da un mese – accolse le macerie dolenti che erano dentro di me e mi ospitò nei giorni più difficili, quelli della gioia che soprattutto si vive in famiglia: la Vigilia e Natale.
Ascoltò la mia rabbia e il mio rifiuto, mi parlò con parole semplici eppure così profonde, mi fece sedere alla tavolata della festa in quel luogo di accoglienza che è Nocetum, cascina diroccata trasformata in punto d’arrivo e di rinascita di mille solitudine e mille disperazioni. Mi lasciò sola nella minuscola chiesetta perché potessi rimanere chiusa nel mio silenzio o piangere oppure parlare con Dio.
La mia esperienza non è che un tassello nell’immenso mosaico che racconta il tantissimo bene che ha fatto accogliendo mamme e bambini, donne disperate e uomini alla deriva.
Nocetum è ormai una realtà vasta e importante della solidarietà milanese, ed è l’eredita di Suor Ancilla, la sua presenza perenne dentro le vite che ha aiutato e le vite di coloro che verranno aiutati.
Lì in quell’angolo di Milano, fra la cascina diventata centro di accoglienza, la chiesetta che era in degrado da lei restituita all’essenza di luogo di preghiera, gli alberi, i prati, gli animali da cortile, il vecchio cane, i colori delle albe e dei tramonti in un cielo spalancato come è difficile vedere in città, ho ritrovato il senso della vita.
Suor Ancilla, donna infaticabile nel donarsi con generosità, profondamente colta nella spiritualità studiata e penetrata con il suo padre spirituale il Cardinal Carlo Maria Martini.
Mi manca molto mentre i ricordi si presentano alla memoria.
E ogni Natale sarà per sempre il “nostro” Natale.
Giovanna Ferrante