“C’è nella mia vita una serata unica, nella quale mi è sembrato che Dio in persona mi comparisse davanti e mi lasciasse liberamente e dolcemente contemplare il Suo volto. È stato a Milano, alla Scala, quando ho ascoltato Giuditta Pasta”.
È Robert Schumann a scrivere in questi termini del soprano già celebre a Parigi e a Londra.
Giuditta nasce a Saronno il 26 ottobre 1797, il padre Carlo Antonio Negri è un farmacista con bottega a Lomazzo, mentre l’amore per la musica appartiene alla famiglia della madre Rachele; uno zio materno violoncellista, le farà studiare solfeggio e canto e poi la indirizzerà a Como presentandola al Maestro di Cappella della cattedrale.
La ragazza si iscriverà successivamente al Conservatorio di Milano.
Ed ecco l’esordio sulle scene a 17 anni, sul palcoscenico del Teatro Filodrammatici debuttando con il suo cognome, solo in seguito al matrimonio con l’avvocato milanese e tenore dilettante Giuseppe Pasta entrerà in carriera come Giuditta Pasta.
Era un soprano ma anche una autentica attrice al punto che ci si chiedeva chi potesse essere il suo maestro di recitazione.
Stendhal dirà a questo proposito “Ella non ha avuto altri che un cuore atto a sentire le minime sfumature della passione”.
Trionfale il soprano al Teatro Carcano con Anna Bolena di Gaetano Donizetti, il 26 dicembre 1830. Pochi mesi dopo, il 6 marzo 1831, il primo capolavoro di Bellini La Sonnambula con una travolgente Giuditta Pasta che incarna il teatro romantico e ottiene il totale inebriato consenso del pubblico.
Confronti-scontri diretti fra compositori, fra Teatro Carcano, Canobbiana e Teatro alla Scala. È il momento della sfida fra due soprano: Giuditta Pasta e Maria Malibran.
Dopo Anna Bolena e La Sonnambula al Carcano, e Norma al Teatro alla Scala, la sfida fra le due sarà proprio con Norma.
A Milano il confronto sarà alternativamente a favore di ambedue, in Opere affrontate da entrambe le grandi interpreti, però per Giuditta Pasta si dirà che “E’ inarrivabile specialmente nel sublime tragico”.
Sedici anni di carriera in tutta Europa con il suo vasto repertorio, da Otello, a Don Giovanni, Mosè in Egitto, Elisabetta, regina d’Inghilterra. La gazza ladra e la prima assoluta a Londra di Maria Stuarda. A Vienna esordisce con Semiramide di Rossini, tale è il successo che lo scultore Comolli scolpisce il busto del soprano nelle vesti di Semiramide, scultura che è conservata al Museo della Scala.
Giuditta Pasta canterà ancora opere complete in una tournée in Russia nel 1841, poi si ritirerà dalle scene.
Nel 1848 sosterrà i patrioti delle Cinque Giornate di Milano. Il giorno della vittoria – 22 marzo – insieme a dei suoi fedeli amici andrà sul colle di Brunate a piantare la bandiera tricolore.
Vivrà gli ultimi anni fra Milano, nel lussuoso palazzo di Contrada del Monte 1275 (oggi via Montenapoleone) e a Villa Pasta a Blevio sul lago di Como.
Il soprano più significativo del primo Ottocento morirà il 1 aprile 1865 e verrà sepolta nel cimitero di Blevio.
Giovanna Ferrante

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