Entriamo nella storia di Clara Maffei, una donna che ha meravigliosamente “decorato” Milano grazie al suo straordinario salotto, che ne ha fatto la città di riferimento dei messaggi d’arte e di patriottismo.
È il 10 Marzo 1832. Elena Chiara Maria Tonia Carrara Spinelli, nata da nobile famiglia bergamasca, da sempre chiamata Clara, di anni diciotto, sposa il trentacinquenne Andrea Maffei, così descritto dalle cronache del tempo: “Poeta alla moda, seducente, alto, magro, elegante. Ha occhi azzurri e fluenti capelli biondi inanellati ogni giorno dal domestico che utilizza allo scopo un ferro rovente.”
Clara, è timida, fragile. È appena uscita dal collegio al quale era stata affidata dal padre dopo la fuga sentimentale di sua madre, la contessa Ottavia, che aveva seguito il vento di una passione dimenticando per sempre marito e figlia.
È convinta di non essere bella, l’insicura diciottenne, con quel suo viso squadrato, la mascella forte, il naso pronunciato, quasi non crede alla benevolenza della sorte che le ha riservato quell’uomo così attraente, anche se un pò troppo chiacchierato e un pò effeminato.
Gli sposi andranno a vivere in via Dei Tre Monasteri – attuale via Monte di Pietà.
Passa qualche mese, il matrimonio però arranca, i due non si sono conosciuti bene prima delle nozze, non cercano di conoscersi meglio ora, rimangono praticamente due perfetti estranei.
Nasce una figlia, la piccola Ottavia, che morirà a soli nove mesi, e neppure questo lutto avvicina i coniugi.
Andrea non ha praticamente modificato i ritmi della sua vita da scapolo; continua a frequentare gli amici, i caffè, i famosi caffè dell’800 dove si parla d’arte, di musica, di pittura, e dove si gioca d’azzardo. Clara rimane sola a casa, la vita coniugale non ha nulla da offrirle. E’ una giovane donna insoddisfatta, vuole trovare una ragione per la propria esistenza, ha bisogno di creare qualcosa che abbia un senso, che dia spessore alla sua identità.
Da questa malessere interiore ha origine il futuro famosissimo salotto di Clara Maffei, inaugurato nel 1834.
Fra i tanti ospiti: Tommaso Grossi, Massimo d’Azeglio, scrittore e politico, genero di Alessandro Manzoni, il celebre pittore Francesco Hayez, che poi di Clara eseguirà il ritratto. E ospite d’eccezione nel 1837, appena arrivato da Parigi, Honorè de Balzac. L’autore della “Comèdie Humaine” diventerà ottimo amico di Clara, con cui stringerà un intenso rapporto epistolare.
I coniugi Maffei dopo qualche anno cambiano abitazione e si trasferiscono a Palazzo Belgioioso.
13 Marzo 1844. La giovane contessa ha deciso di festeggiare il suo trentesimo compleanno aprendo il suo nuovo salotto nel suo nuovo appartamento.
Illustre ospite il Maestro Giuseppe Verdi, che ha trionfato due anni prima alla Scala con il suo “Nabucco”. E quanto sarà importante, preziosa per Verdi Clara Maffei. Molti anni dopo sarà lei a presentargli Arrigo Boito, e sarà ancora lei l’artefice dell’incontro fra il Maestro e Alessandro Manzoni, infatti i due grandi non si erano mai conosciuti personalmente, seppur da lontano Verdi venerava Don Lisander quale “altissimo e vero onore della nostra Patria, da adorare se si potessero adorare gli uomini“. Ma anche il Maestro avrà un ruolo nel destino di Clara!
Accetta infatti l’invito per la festa di compleanno e arriva a Palazzo Belgioioso accompagnato da un amico, un uomo bello, affascinante, interessante, virile. Clara indossa uno splendido abito di colore azzurro sfumato in un grigio chiarissimo, l’ampia gonna è ornata da balze trattenute da nastri di raso rosa. I capelli sono divisi in due bande ai lati delle guance.
“Signora, sono felice di avere l’occasione di conoscere, in questa circostanza così lieta, la famosa musa dell’altrettanto famoso salotto milanese.”
“Signore, è per me una gioia ricevere un amico del Maestro Verdi. Con chi ho l’onore…?”
“Mi chiamo Carlo Tenca. Non potete aver sentito parlare di me, non faccio parte del vostro ambiente. Sono nato povero, ho dovuto conquistarmi tutto quello che ho raggiunto. Sono insegnante presso un istituto privato, scrivo per alcune riviste, faccio politica. Sapete, sono mazziniano convinto.”
Così Carlo Tenca entra nel salotto e nella vita di Clara. Inevitabilmente Clara e Andrea si separano. Lei andrà a vivere con Carlo in un primo tempo in via dei Giardini e poi in quella che resterà l’abitazione definitiva di Clara Maffei, la sede storica del suo salotto in via Bigli 21. Salotto che per l’influenza del Tenca da bomboniera d’arte, cultura, mondanità, si trasformerà in fucina d’ideali politici. Nella primavera del 1859 diventerà il quartier generale della guerra d’indipendenza, per arrivare al 31 dicembre con il memorabile ricevimento del “Capodanno lieto della redenzione italiana”.