Il Gran Tour del poeta
Obbligatorio allora per gli appartenenti al gran mondo, nobiltà e aristocrazia, un lungo viaggio a visitare le geografie del mondo.
1809. L’inglese Lord George Byron parte dall’Inghilterra e inizia il percorso da Lisbona, a cui faranno seguito Siviglia, Gibilterra, Malta; poi l’Albania e successivamente una lunga sosta ad Atene.
Nel 1811 torna a Londra dove vive la vita del dandy e del bel tenebroso.
Molti gli amori, su tutti la relazione con Caroline Lamb la dama più in voga del momento, ambita in tutti i salotti e in verità soprattutto in tutte le alcove.
Finirà presto la loro storia, Caroline infatti lo descriverà “pazzo e pericoloso da frequentare”.
Ci sarà poi la lunga parentesi dell’unione con la sorellastra – figli dello stesso padre – dalla quale avrà una figlia che porterà il cognome del marito della donna.
A seguire le nozze con Anne Isabelle Milbanke, una colta ereditiera; matrimonio che ben presto naufraga.
Fra amori e scandali, Byron è schiacciato dal crescente sdegno e rifiuto della sua presenza dall’aristocrazia londinese.
Nel 1816 abbandona l’Inghilterra per riprendere il Tour.
Le prime tappe Bruxelles e Ginevra poi, nell’ottobre dello stesso anno, arriverà a Milano.
Byron e l’Ambrosiana
Leggiamo da una lettera inviata ad un amico.
“Milano è straordinaria, la Cattedrale superba. Sono stato all’Ambrosiana, è una bellissima collezione, piena di manoscritti editi e inediti.
Mi sono molto deliziato con una corrispondenza epistolare originale, amatoria, dolce e efficace, fra Monsignor Bembo* e Lucrezia Borgia.
Ho meditato su di essa e su una ciocca dei suoi capelli, i più belli che si possano immaginare – io mai ne vidi più belli.
Tornerò ripetutamente per leggere le lettere da capo a fondo e cercherò modi di ottenere qualcuno dei suoi capelli”.
*Pietro Bembo, di nobile famiglia veneziana, cardinale, poeta e umanista.
Foto: Wikipedia
Giovanna Ferrante