I “CENTO ANNI” DI GIUSEPPE ROVANI
Nel mese di aprile del 1857 la “Gazzetta di Milano” pubblica la prima puntata del romanzo “100 Anni”, che verrà poi considerato il capolavoro di Giuseppe Rovani, esponente di spicco della Scapigliatura.
Molte le puntate che periodicamente racconteranno ai lettori della “Gazzetta” l’intricata trama; raccolte negli anni successivi – sino al 1869 – in ben 5 volumi, dei quali i primi 3 pubblicati a spese dell’autore.
La vicenda narrata inizia dalla storia d’amore e adulterio fra un tenore e una avvenente dama sposata e infelice. Il tenore, un malaugurato giorno, viene arrestato perché ritenuto colpevole del furto di un testamento che disponeva le volontà di lascito d’una enorme fortuna; si scoprirà tempo dopo che il furto era stato messo a segno da un cameriere disonesto e furbo che negli anni è addirittura diventato un banchiere e rispettabilissimo gentiluomo. Verrà poi ristabilita la verità, non prima del susseguirsi di molti altri avvenimenti e colpi di scena.
Ma quel che affascina i lettori milanesi e lombardi, è il dispiegarsi della vita milanese fra il 1750 e il 1850, appunto cento anni della nostra storia.
Pagina dopo pagina, si incontrano, oltre a molti altri: l’abate Parini, ventenne e già precettore tenuto in massima considerazione; il giovane Pietro Verri che ha iniziato molto bene la carriera di avvocato e che pure al termine della sua giornata di lavoro deve correre a casa, altrimenti per un eventuale ritardo verrà sgridato e punito dal severo terribile padre, il senatore Gabriele; Giuseppe Prina e la sua tragica fine. Per lui, Ministro delle Finanze del Regno d’Italia in epoca napoleonica e considerato oppressore rapace delle poche sostanze del popolo, il dramma inizia quando giunge la notizia dell’abdicazione di Napoleone. Il 20 aprile 1814 Milano vivrà un giorno di esasperata sommossa “La battaglia delle Ombrelle”. Una folla furiosa precipita dentro la residenza del Ministro tanto odiato, di fianco a Palazzo Marino e di fronte alla chiesa di San Fedele; i rivoltosi lo trovano, lo denudano e lo gettano dalla finestra. Trascinato davanti al Teatro alla Scala inizia il cruento linciaggio con le punte degli ombrelli, infine il corpo massacrato viene abbandonato sui gradini della chiesa di San Tomaso.
A far da contorno ai personaggi e alla Storia, le osterie e i teatri, il vino e l’assenzio, i palazzi dei nobili e i mercati, il gioco delle bocce in una ortaglia dietro corso Monforte, Un lungo romanzo che è uno straordinario affresco degli usi e costumi della quotidiana vita milanese d’ogni classe sociale
Giovanna Ferrante