Visitatori stranieri, i protagonisti dei Gran Tour, hanno lasciato testimonianza nelle pagine dei loro diari del loro passaggio a Milano.
Il Duomo, il Castello Sforzesco, il Teatro alla Scala, l’eleganza dei palazzi d’abitazione. Ma anche, inaspettatamente, la Cà Granda, l’Ospedale dei milanesi.
Tre esempi d’epoca diversa.
Anno 1496 Arnold von Harff da Colonia a Milano
“Milano è una bellissima città, sottoposta al Duca Ludovico il quale ha un bel castello presso le mura dalla parte di ponente: l’ho guardato con ammirata attenzione.
Poi percorrendo animatissime vie, il Duomo; a mezzogiorno del Duomo è situato un grande e ricchissimo Ospedale di cui venni condotto ad osservare le cose memorabili. E’ la celeberrima Cà Granda, orgoglio del capostipite Francesco Sforza”.
Anno 1728 Barone di Montesquieu, Accademico di Francia
“Il Cà Granda. E’ un edificio bellissimo, con un cortile molto vasto intorno al quale gira un porticato con colonne di buona fattura. Tutto intorno sono disposti i diversi corpi di fabbricato. In questo luogo si ha cura dei malati, medici e infermieri attenti ad alleviare le loro sofferenze, e si accolgono i bambini abbandonati”.
Anno 1800 Stendhal, il “Milanese” di Grenoble
“Tutto ciò che l’immaginazione può sognare, il più ricco di bellezza, l’ho visto stasera al Teatro alla Scala, per me il primo teatro del mondo. Ma il popolo milanese è fatto anche di bontà e generosità. Prova ne sia il grande Ospedale, la Cà Granda da sempre luogo di cura sostenuto da benefattori.”
Giovanna Ferrante