GIOVAN BATTISTA MORONI
500 anni di arte sublime – 1521/2021
Il Comune di Albino e la Val Seriana tutta, impegnati a celebrare l’anniversario del grande maestro rinascimentale.
Un museo diffuso in tutto il territorio, quello delle opere di Moroni. Numerosissime le località sino a Bergamo, per ritrovare l’identità e le testimonianze del lavoro di questo artista lombardo di fama internazionale, che dal mese di giugno sino alla primavera del 2022 verranno espresse fra mostre, convegni, concerti, spettacoli teatrali, approfondimenti scientifici.
I soggetti sacri che si possono ammirare nelle chiese per le quali vennero eseguite, e i ritratti degli aristocratici, dei letterati, degli artigiani; tutti costoro compongono la sua ritrattistica nella quale emerge la caratteristica individuale e l’appartenenza ad un certo ceto sociale, con la perfetta riproduzione degli abiti e dei gioielli dei nobili e delle dame, così come dei libri o degli scritti accanto alla figura dello studioso per delinearne il valore intellettuale, oppure degli strumenti di lavoro degli artigiani. Inoltre da sottolineare l’accurata definizione della identità più profonda del soggetto, la sapiente interpretazione della sua personalità.
Personalmente trovo straordinario il dipinto ad olio “Il Sarto”.
Un giovane uomo elegante con ampi pantaloni a sbuffo, il farsetto, la gorgiera bianca – tipico colletto pieghettato – come i polsini al bordo delle maniche.
Un attimo prima era intento nell’atto di tagliare la stoffa, ma viene fissato sulla tela in un movimento, come se si fosse interrotto perché chiamato da qualcuno, l’interruzione accompagnata dallo sguardo.
Gli organizzatori di questo lungo percorso di riscoperta e valorizzazione di Giovan Battista Moroni, hanno scelto volutamente l’immagine-icona dello stendardo di Albino.
Perché si riferisse con quel gesto eterno anche a questo nostro tempo trasformato dalla pandemia e comunque carico di speranza per una prossima ritrovata normalità, scandita dalla desiderata socialità: l’incontro fra Maria e Elisabetta, la nascita prossima della quale entrambe le donne sono protagoniste unite da questa condivisione, metafora della nostra collettiva ripartenza insieme.
Giovanna Ferrante