Una inconsueta Tavola Rotonda a Palazzo Pirelli, con l’intervento di diversi relatori fra i quali Marco Giachetti, Presidente del Policlinico.
Il saluto e la riflessione affidati a Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità Regione Lombardia.
Dall’intervento del Presidente Monti.
“Il tempo della malattia è il tempo dell’aver cura.
Da parte dei medici, del personale sanitario, certo. Ma se questo è l’imperativo: “promuovere la persona”, allora accanto alla cura anche l’ascolto e il dialogo per analizzare il presente, per cambiare passo, introdurre correttivi. E non deve essere dimenticato il luogo dell’accoglienza.
Esempio significativo che oggi è Legge, è la valorizzazione del patrimonio artistico – visibile o nascosto – all’interno del perimetro sanitario. Patrimonio che è figlio di secoli di donazioni e lasciti a sostegno dei luoghi di cura.
Ad esempio, l’arte che è risorsa che abita e anima il Policlinico.
Il Presidente Giachetti ben conosce la volontà del fondatore, il Duca di Milano Francesco Sforza che sei secoli orsono già parlava di ambienti che avrebbero dovuto esprimere bellezza, restituire dignità ai malati perlopiù abbandonati e incapaci di sostentamento.”
Presidente Marco Giachetti
“Voluta da Francesco Sforza, la Cà Granda dei milanesi vede il suo inizio nel 1456; sarà un Ospedale laico, innovativo.
Il pensiero dello Sforza, oltre al prendersi cura in termini medici, era quello di ricevere i malati in un ambiente dove avrebbero trovato un letto, avrebbero mangiato pollo, sfamare una persona aiuta la risposta alla cura. E situazione igieniche diverse dall’ambiente insalubre dove sopravvivevano.
Accanto a tutto questo, anche la bellezza del luogo, come si è detto. Ed ecco la richiesta al Filarete, l’architetto simbolo del periodo.
Certo è un progetto impegnativo, che necessariamente deve essere sostenuto e non solo dalle casse ducali.
L’idea vincente dal 1459 sarà la Festa del Perdono.
La Bolla Papale concede il privilegio dell’indulgenza plenaria, nel giorno della festa dell’Annunciata – 25 Marzo – a coloro che si confesseranno e che faranno elemosine e offerte all’Ospedale in costante costruzione.
Accorreranno i cittadini e anche dal contando arriveranno i penitenti, moltissime le offerte, che verranno divise ad anni alterni fra il Cà Granda e l’altra costruzione perennemente in opera, il Duomo.
Passano i secoli. Nel 1600 l’arte entra prepotentemente nell’Ospedale.
A chi fa donazioni o lasciti verrà riconosciuta la generosità con un “Ritratto Gratificatorio”.
I dipinti realizzati dai più importanti maestri milanesi e lombardi porteranno risorse economiche molto significative: quale nobile, quale aristocratico, quale ricco milanese non vuol vedere se stesso celebrato davanti ai concittadini, visto che il 25 Marzo i ritratti vengono esposti?
Il binomio Policlinico e arte, oggi.
La ritrattistica è stata affidata ad alcuni dei ragazzi che frequentano l’Accademia di Brera, la loro opera prima che racconta gli attuali protagonisti della generosità di Milano.
Ma non solo.
In alcune delle sale dell’edificio storico del Cà Granda, che ospita anche la Presidenza, è stato realizzato un piccolo museo aperto alla città, che con 30 ritratti in mostra presenta 6 secoli di arte e di storia di Milano, oltre ai dipinti che tramandano l’immagine di medici illustri che caratterizzano secoli di sanità milanese.
Senza dimenticare lo straordinario eccezionalmente documentato Archivio storico, la magnifica grande sala dove trovano dimora tutte quelle preziose carte che conservano la storia della nostra città.”
Giovanna Ferrante