Sandro Bajini
Che dire di lui, del molto che scrisse?
Saggista erudito, scrittore, poeta. Autore per il teatro e di spettacoli di marionette per Gianni Colla.
Traduttore di Molière, Marivaux, Feydeau, Ionesco.
Umorista satirico e paradossale, i suoi aforismi diventavano sketch nelle serate al Nebbia Club, primo Teatro Cabaret italiano.
Nato in provincia di Pavia a Sannazzaro de’ Burgondi nel 1928, milanese da una vita, ci ha lasciati pochi giorni fa, il 19 luglio.
Ci restano le sue pagine in italiano e in lengua milanesa.
Di lui ho ricordi indelebili, già anziano eppure frizzante durante le serate di lettura dei suoi testi.
Voglio salutarlo con queste sue righe.
Le une dedicate allo Stupore; le altre sono i primi versi di “Stori liber del Gran Liber” – Vicende bibliche liberamente raccontate.
“E’ la lontananza che fa lo stupore. E a tal proposito vi dico subito che lo stupore sul mio pianeta esiste in misura molto limitata, e così dicasi del suo derivato, la meraviglia.
Noi siamo ricchi di materie prime come l’elio, il bicarbonato, il seltz, i biscotti, i tovaglioli, gli idrati di carbonio, ma manchiamo di stupore.
Sì, ce n’è un po’ qua un po’ là, nel suolo e nel sottosuolo, ma del tutto insufficiente al fabbisogno che è piuttosto elevato, poiché la gente è stufa di non stupirsi più di niente”.
“EL POMM”
In d’on canton de l’Eden,
on poo foeura de man, quasi in castigh,
gh’è la Eva sott a un figh
cont ona piva che la finiss pu.
Tutt in d’on tratt la vos del Scior Lu
la sbragia :”O vacca troia,
‘s’te gh’hee de mett giò el mus?
Te gh’hee i naramz, i figh, el tò disnà,
per tutt el santo dì nagott de fa,
l’aria l’è remondina, el post l’è bell,
e per l’onesto svago
gh’è l’Adamo…”
Giovanna Ferrante