Erano gli anni fra il 1909 e il 1912 quando iniziarono a sorgere palazzine Liberty di 2 e 3 piani, case destinate alla media borghesia, circondate da ampi spazi verdi, il primo esempio di città-giardino in Italia.
Conosciuto a Milano quale “Villaggio dei Giornalisti” nel quartiere Maggiolina, progettato dall’ingegner Evaristo Stefini e realizzato da una Cooperativa composta da giornalisti, pubblicisti e qualche avvocato.
La città, come la nazione intera, affronterà due guerre e conseguenti devastazioni. Il Villaggio dei Giornalisti verrà ripristinato in quel 1946, anno di ritrovata pace fremente di desiderio e impegno all’insegna della ricostruzione.
Ma arriveranno anche altri architetti e ingegneri.
Nei loro disegni bruciavano sogni, sarebbero sorte case misteriose da quelle loro idee.
Nel quartiere Maggiolina – in via Lepanto – si aggiungeranno 8 case-igloo di cemento oltre a 2 case-fungo (così simili ai funghi colorati delle favole) realizzate grazie all’estroso progetto dell’ingegner Mario Cavallè che ne aveva tratto l’ispirazione studiando i modelli abitativi e le tecniche di realizzazione già in atto negli Stati Uniti.
Case-igloo e case-fungo ognuna composta da un appartamento di 50 mq progettato a pianta circolare con ingresso cucina bagno e 2 camere.
Le case a fungo verranno demolite negli anni ’60.
Gli igloo invece verranno salvati dalla determinazione dell’architetto Luigi Figini, che abitando nel quartiere non permise che quelle singolari abitazioni venissero demolite.
Del resto anche la sua casa era una costruzione insolita, costruita su suo progetto nel 1934: una sorta di palafitta sostenuta da 12 piloni di cemento.
Tornati dalle vacanze, da suggerire senz’altro questo giro turistico per rintracciare e conoscere un creativo angolo del nostro passato cittadino.
Giovanna Ferrante