Venerdì scorso ho assistito ad un dibattito presso il Circolo Filologico.
Fra i relatori, Paolo Del Debbio.
Lo conosciamo come conduttore televisivo, impegno professionale al quale affianca l’attività di saggista e la docenza universitaria di Etica e Economia.
Il suo intervento è stato un notevole contributo alla riflessione sui valori profondi della vita.
Ha raccontato la sua infanzia a Lucca, l’importanza della famiglia che lo ha cresciuto educandolo ad essere felice con poco, a rispettare la dignità di ogni singola persona.
Gli studi di filosofia e di economia, che si ritroveranno poi nel suo insegnamento universitario; l’incontro con i pensatori cristiani e la scoperta del fascino del divino.
Il suo percorso nel volontariato, l’assistenza ai ragazzi invalidi, l’attenzione agli anziani, a tutto quello che ancora è necessario perché la sanità sia effettivamente al servizio del malato.
Una riflessione sul mondo, su gli altri, su se stesso, un uomo fedele ai propri valori che si rapportano costantemente con il quotidiano.,Le geografie che ha attraversato, i diversi momenti e stati d’animo, le azioni e i sentimenti, sono un’alchimia che è monito a riconoscere che il presente dell’esistenza si nutre della forza e della profondità dei ricordi e delle proprie radici.
Un intervento, quello di Paolo Del Debbio, che ci ha raccontato il suo sguardo interiore con un linguaggio che diventa parola collettiva. E tutto questo – come già ha scritto nel suo libro “Le 10 cose che ho imparato dalla vita” per capire che non è necessario spingersi oltre:
“Non superare i traguardi, ma imparare a diventare se stessi”.
Giovanna Ferrante