“La visibilità divenne nulla, come ciechi i marciatori continuarono a camminare affondando fino al ginocchio. Ogni notte ciascuno credeva di morire di sfinimento, qualcuno veramente di abbatteva ma la colonna proseguì nel cuore nero della notte”
Brano da
Centomila gavette di ghiaccio
Giulio Bedeschi
Bedeschi racconta l’indicibile tragedia attraverso la voce del protagonista, il sottotenente medico Italo Serri, nome di fantasia che cela l’identità dello stesso scrittore. Prorompono nelle pagine i tremendi fatti vissuti, l’azione corale degli uomini della Divisione Alpina Julia.
Accanto al libro che è straordinaria testimonianza, altri importantissimi contributi di artisti e scrittori che vissero in prima persona il dramma della ritirata con il terribile bilancio di morti e dispersi.
Una mostra per celebrare l’ottantesimo anniversario della spedizione italiana in Russia durante la seconda Guerra Mondiale, per raccontare e mantenere vivo il ricordo delle vicende dell’Armata italiana nella zona del Don.
Atroce dolore eppure forza, strazio e reciproco sostegno, ideali e valori mai dimenticati pur nel precipizio dell’inferno e dell’orrore.
Assolutamente da non perdere.
Giovanna Ferrante