Il “Leonardo da Vinci” fu il primo modello di dirigibile costruito dall’ingegner Forlanini nel 1911.
In seguito, il desiderio dell’ingegnere di affrontare un progetto più ambizioso.
9 Aprile 1914, giovedì della Settimana Santa.
Da Baggio verso la Brianza – direttrice Cantù Como – si alzò in volo il dirigibile (un bimotore 4 volte più grande del precedente) denominato “Città di Milano”.
A bordo 8 membri dell’equipaggio e 4 signore dell’alta borghesia milanese, non si sa a quale titolo accolte sul dirigibile al suo primo volo.
Il “Città di Milano” si stava librando nel cielo quando d’improvviso si avvertì una perdita di idrogeno.
Gli ufficiali decisero di avviare le operazioni di atterraggio in una zona adatta perché isolata fra i campi nell’area della Cascina Novello.
Sbalorditi da quella vista in mezzo ai campi accorsero i contadini, che aiutarono l’equipaggio all’ancoraggio del mezzo, fissando delle funi ai tronchi e ai rami dei gelsi.
Il timone di poppa era spezzato, mentre inevitabilmente continuava la fuoriuscita dell’idrogeno.
Arrivarono i pompieri e le guardie di Cantù.
E con loro, dai paesi vicini, accorse una ininterrotta folla di persone a piedi, in bicicletta o sui carri, per vedere da vicino quell’incredibile macchinario mai neppure immaginato.
Un centinaio di soldati vennero inviati sul posto per dare inizio allo smontaggio del dirigibile.
Quando avvenne l’irreparabile.
Questa la cronaca pubblicata da “L’Ordine” – quotidiano di Como.
“Vennero aperte le valvole per far uscire il gas, per accelerare l’operazione vennero aperte anche le manichette.
D’improvviso vicino al dirigibile balenò una fiammata verdognola; una prima detonazione non molto forte, subito dopo altre due formidabili.
La folla dei curiosi si trovava a non più di 7 metri dal dirigibile che in un istante fu avvolto da una violenta fiammata.
La ressa dei curiosi terrorizzati urlava inseguita da lingue di fuoco, si calpestavano gli uni gli altri.
Gli ustionati – alcuni molto gravi – furono 200 fra i civili e 21 militari.
Per coloro che arrivarono a prestare soccorso l’immagine che videro fu qualcosa di impressionante.
Del forzato atterraggio del “Città di Milano” fu subito avvertito il suo costruttore.
L’ingegner Forlanini arrivò nel momento in cui la sua creatura stava bruciando.”
Giovanna Ferrante