I Gran Tour che caratterizzano il 1700 e il secolo successivo, non rappresentano solo il desiderio di scoperta di luoghi altri per tornare a casa con una più ampliata conoscenza di genti, territori, tradizioni.
Lo straniero viaggiava anche con uno scopo preciso: istruirsi.
E trovava a Milano un gran numero di persone con le quali poteva intrattenersi e conversare per “un largo e fecondo scambio di idee”.
Di chi si ha memoria che si distinguesse allora nei vari campi del sapere?
La testimonianza autorevole ci giunge dal Lalange, astronomo francese e direttore dell’Osservatorio di Parigi, che ci presenta un elenco di dotti che illuminano la cultura milanese
Ecco il conte Andreani, dilettante di aeronautica; il conte Gabriele Verri, insigne giureconsulto, e i suoi figli Pietro e Alessandro; Cesare Beccaria, già famoso; l’abate Parini, del quale dice “Ha fatto diverse satire e passa per un eccellente poeta”; la duchessa Serbelloni, traduttrice delle commedie francesi di Destouches.
Accanto ai nomi dei sapienti, Milano presenta orgogliosa i sostanziali progressi per quanto attiene ai luoghi alla cultura dedicati.
La Biblioteca Ambrosiana visitata costantemente da un turismo colto alla ricerca di nuovo sapere; il De Brosses, filosofo e linguista oltre ad essere Presidente del Parlamento di Digione, la trovava tutti i giorni piena di studiosi, sottolineando la “differenza delle biblioteche francesi che sono spesso deserte”.
E come non citare le numerose collezioni private di libri, di quadri, d’oggetti artistici, d’antichità. Tornando al Lalande, è proprio lui a ricordare la collezione immensa del Governatore conte Firmian, oppure quella nel palazzo del marchese Castelli lungo il Naviglio; o quella del marchese Calderara presso S. Giorgio in Palazzo, quelle del conte Arese, in faccia al seminario vescovile; del marchese Corbella presso S. Satiro; del marchese Litta in porta Vercellina; del conte Annoni in porta Romana; infine quella di casa Peralta presso S. Maria del Paradiso, che oltre molti quadri conteneva più di tredicimila medaglie e molti libri di archeologia e numismatica, che verrà messa in vendita nel 1767.
E le scuole milanesi? Come si comporta Milano nel campo dell’istruzione?
Il Collegio dei gesuiti nel palazzo Brera istruiva milleduecento scolari.
Se si parla di eccellenza si devono ricordare le Scuole Palatine, l’Accademia di Belle Arti istituita nel 1777, l’Osservatorio Astronomico fondato nel 1760.
Quella milanese è dunque una realtà capace da sempre di offrire di sé un’immagine di riferimento per il Paese.
Ora, con un balzo attraverso i secoli, in questo nostro terzo millennio Milano è un polo universitario sempre più attrattivo e globale.
La nostra metropoli conta ben 9 Università, oltre alla straordinaria eccellenza del Conservatorio!
Giovanna Ferrante