Questo è l’inizio della sua storia…
Federigo Borromeo, del ramo secondogenito, cugino minore di San Carlo, nasce nel 1564 in via Rugabella; diventerà arcivescovo di Milano nel 1595.
Paladino della cultura e del sapere, è il fondatore della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, intitolata al Patrono della città; una delle maggiori istituzioni culturali milanesi, italiane e internazionali,
La realizzazione dell’Ambrosiana in lui è un fuoco sacro e perché il suo sogno possa diventare realtà mette a disposizione il suo patrimonio personale per acquistare libri, manoscritti rari e preziosi, miniature.
Mentre trova tesori attraverso contatti e scambi con uomini di cultura, di scienza e d’arte e con l’acquisizione di intere biblioteche, pur di assicurarsi volumi rarissimi estende le ricerche in tutta Europa ed in Oriente, sostenuto dall’appoggio prezioso dei suoi più fedeli collaboratori che a spese del porporato viaggiano instancabilmente visitando l’Italia, l’Europa e il vicino Oriente, con l’incarico di raccogliere libri, codici, manoscritti:
- Giovanni Grazi, nelle principali città d’Italia
- Antonio Olgiato in Germania, Francia, Olanda
- Francesco Ferrari in Spagna
- Antonio Salmazia a Corfù, Zante, Macedonia, Albania
- Michele Maronita in Siria
- Avventure di terra e di mare scandiscono la nascita dell’Ambrosiana.
Come il romanzesco acquisto dell’intera biblioteca di Giangiacomo Pinelli che nella sua città, Padova, nel corso di tutta la sua vita raccolse tesori di libri e manoscritti. Muore il Pinelli nel 1601 lasciando l’intera eredità al nipote Cosmo, che abita a Napoli.
Tutte le casse contenenti il patrimonio vengono suddivise a bordo di tre navi, nel timore dei pericoli del mare.
E infatti una delle navi viene assalita dai pirati turchi.
Ma che razza di bottino trovano i pirati? Non ci sono forzieri colmi di oro e pietre preziose, solo libri.
Libri? Delusi e rabbiosi i corsari gettano le casse in mare al largo di Ancona.
I pescatori, impigliati nelle loro reti, troveranno poi i fogli di pergamena, non sanno di cosa si tratta, comunque li utilizzeranno con soddisfazione per chiudere le finestre.
Verranno recuperate ventidue casse, mentre il contenuto di undici è perduto.
Passano alcuni anni, muore anche Cosmo, la biblioteca viene messa in vendita.
E il Cardinal Federigo lo viene a sapere.
“Per quanto sciupate dai viaggi e dalle disavventure, sono però tali che non si pagheranno mai tanto che non valgano sempre dieci volte di più”, è il parere del suo inviato, Giovanni Grazi.
Federigo quindi si assicura l’intera biblioteca, sborsando 3050 ducati. E così 70 casse arrivano da Napoli a Milano su 9 carri trainati da buoi, accompagnati da una scorta di storici, poeti e padri della chiesa.
7 dicembre 1609. Inaugurazione della Biblioteca Ambrosiana, aperta alla pubblica lettura e retta dal Collegio dei Dottori e dal Collegio dei Conservatori.
Federigo Borromeo è riuscito a riunire 30.000 volumi e 14.000 manoscritti. Fra i quali la preziosissima Ilias Picta del V secolo e il Virgilio miniato da Simone Martini con annotazioni del Petrarca.
È festa grande, cerimonia solenne e festosa, partecipa tutta la città, calca in piazza San Sepolcro e nelle vie adiacenti. Per tutti, rosolio e biscotti.
I libri non si danno in prestito, però possono essere consultati con comodità, a disposizione dei fruitori banchi, sedie, penne, calamai.
Ne sarà assiduo frequentatore Lord Byron, a Milano nel 1816, appassionatosi all’epistolario amoroso di Lucrezia Borgia e del cardinale Bembo “Io meditai sopra quelle lettere e sopra una ciocca di capelli di lei, i più soavi e leggiadri di questo mondo…”