Milano di sotto.
L’Albergo Diurno Venezia viene realizzato fra il 1923 e il 1925 e viene inaugurato il 18 gennaio 1926.
La struttura resterà aperta, al comodo dei cittadini milanesi, tutti i giorni dalle ore 7,00 alle ore 23,00.
Parte dell’architettura, gli arredi, gli apparati decorativi, portano la firma dell’architetto Piero Portaluppi. Quanto di lui si conserva a Milano! (solo per fare qualche esempio: la Casa Atellani, il Planetario, il Palazzo della Banca Commerciale, lo Scalone d’Onore della Triennale).
L’Albergo Diurno Venezia, così rinominato a ricordo della Piazza dal luglio del 1923 intitolata a Guglielmo Oberdan, è diviso in due parti: l’ingresso principale in Corso Buenos Aires, da cui si accede all’atrio e al salone colonnato che ospita i negozi di parrucchiere per signora, barbieri per uomo, le botteghe per manicure e pedicure.
Da una porta in fondo al salone si entra alle Terme (lato Via Tadino) con sei bagni di lusso con vasca e bagni semplici con doccia, il cui corridoio centrale ha come fondale una fontana con la statua di Igea, Dea della Salute.
È un luogo di 1200 mq dall’eleganza raffinata, trionfo dello Stile Liberty e dell’Art Decò raccontati da mobili di pregio, ricchi mosaici, statue, dove potersi dedicare alla cura del corpo.
Signore profumate di cipria, deliziose acconciature, la pelle accarezzata dall’acqua calda del bagno e dalla schiuma della saponetta.
Nelle fredde sere d’inverno, gli uomini arrivati in città per affari, prima della cena che avrebbero condiviso con i commensali per parlare di contratti e futuri guadagni, si regalano una doccia calda rigenerante dopo il viaggio, e una sosta dal barbiere – “Barba e capelli per il signore”
Un mondo oggi immaginario che ripropone il medesimo fascino grazie all’antico splendore che possiamo ritrovare se, con lo sguardo trasognato, andiamo a ripercorrere gli spazi di quel luogo storico che, dopo la chiusura di alcune parti alla fine degli Anni ’80 e la chiusura definitiva nel 2006, ha ripreso vita dal novembre del 2015 con la concessione da parte del Comune al FAI.