1° maggio 1928. Fra le mura dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha inizio il cammino della scienza, dell’impegno, della speranza, la sfida nei confronti di un nemico contro cui, da quel giorno, si può cominciare a credere di poter vincere.
Luigi Mangiagalli, medico e uomo politico di fama, era nato a Mortara nel 1849, da una famiglia di umilissime condizioni. Con grandi sacrifici si era laureato in Medicina all’Università di Pavia, si era specializzato in ginecologia, aveva lavorato all’Ospedale Maggiore di Milano, il Ca’ Granda, aveva ottenuto cattedre presso le Università di Sassari, Catania, Pavia.
Dotato di una volontà ferrea era considerato “uomo senza requie”. Prima deputato, poi senatore, in campo medico aveva realizzato nel 1906 la nuova Clinica Ginecologica Milanese, alla quale aveva aggiunto nel 1919 – primo in Italia – un reparto di onco terapia ginecologica. E a coronamento delle molte imprese, la fondazione della Università degli Studi di Milano.
Ora, una nuova sfida per l’uomo che “parlava di scienza con arte e parlava d’arte con scienza”. È Sindaco di Milano e quel giorno, il 19 gennaio 1925, prende la parola in Sala Alessi a Palazzo Marino.
Associamo Milano al movimento mondiale della lotta contro il cancro. Questa lotta nella quale sono impegnati scienziati di tutto il mondo, unite tutte le forze sociali di Governi e di Enti. Ignota la causa, non conosciuto il rimedio, enormemente diffuso il morbo. E di fronte all’incertezza del mezzi curativi, un dilagare di mezzi empirici offerti da ciarlatani.
All’adunanza consiliare dunque espongo il mio proposito: dar vita all’Istituto Nazionale Vittorio Emanuele III per lo studio e la cura del cancro.
L’idea base è che il cancro deve essere curato da cancerologi e per formare i cancerologi è necessario riunire questi malati in un Istituto dove chirurghi, radioterapisti, patologi, possano osservare e studiare una larga casistica e farsi una esperienza e una competenza altrimenti impossibile; un secondo concetto è l’interdisciplinarietà, per sperimentare e valutare le possibili associazioni terapeutiche.
La seduta consiliare si chiude con un mandato di piena fiducia al Sindaco. La Giunta comunale delibererà un contributo di un milione di lire, a cui si affiancheranno i contributi del Ministero dell’Interno e del Governo.
L’Istituto viene inaugurato alle ore 15,00 del 12 aprile 1928, alla presenza del Re, del Cardinale Tosi, del Ministro della Pubblica Istruzione Fedele, del Podestà Belloni.
E naturalmente degli uomini dell’Istituto: il Presidente Senatore Professor Luigi Mangiagalli, il Vice-Presidente Conte Ingegner Carlo Radice Fossati, il Direttore Generale Professor Gaetano Fichera, i Consiglieri De’ Capitani, Targetti, Gaslini, i Direttori delle Divisioni Professori Alfieri, Pepere, Perussia, Rondoni, tutti di grande notorietà e prestigio.
Il nuovo Istituto ha una capienza di 200 posti letto, divisi in una sezione medico-chirurgica maschile e femminile e in una sezione ginecologica, sala operatoria, laboratori di analisi, divisione di radiologia.
L’assistenza è affidata alle infermiere e agli infermieri, nei loro doveri subordinati ai medici e alle suore che appartengono all’Ordine di Nostra Signora della Neve, fondato nel 1830; le religiose sono diplomate infermiere per aver seguito i corsi presso la Clinica San Camillo oppure presso il Sanatorio di Garbagnate.
L’attività dell’Istituto inizia il 1° maggio 1928. Quella mattina entrano 23 pazienti, tutte donne.
Accanto a loro, la prima infermiera assunta, Maria Bambina Ferri, poi Elisa e Teresa Lorenzi, Marietta Pezzotta; il primo infermiere è Portapane, poi Tagliabue e Viganò.
Arrivano tre suore, che sino a quel momento svolgevano la loro assistenza presso un piccolo ospedale di Gorla: la Superiora Suor Melania, Suor Stefanina, Suor Rosaria.
Scriverà il Corriere della Sera “Il Senatore Mangiagalli nel discorso inaugurale ha sottolineato come questo Istituto sia il primo grande organismo in Italia concepito ed attuato come un vasto disegno che riunisce elementi di studio, ricerca, terapia, ospedalizzazione, assistenza.”