“Questo ragazzo ha immesso dentro lo spartito, ciò che ha ricevuto direttamente da Dio”
Il potente Conte Firmian, Ministro plenipotenziario a Milano, ha invitato il tredicenne Wolfgang Amadeus Mozart e suo padre Leopold – che confida in questo viaggio per trovare al figlio un posto sicuro presso la Corte – ad un soggiorno milanese.
I due arrivano in città il 23 gennaio 1770, accolti per la loro residenza nel Convento di San Marco dei Padri Agostiniani. Il ragazzo si mette subito al lavoro e compone, sul testo del Demetrio di Metastasio, un’aria per voce e orchestra purtroppo andata perduta. Molte altre arie verranno scritte in quei giorni milanesi, straordinario periodo produttivo.
Ma il Conte Firmian, prima di pronunciarsi sul giovane Mozart, desidera avere il giudizio di Giovan Battista Sammartini, una delle massime autorità del tempo. Esame superato a pieni voti!
Così il 18 febbraio il Ministro offre un ricevimento di gala nel salone d’onore di Palazzo Melzi – sua residenza – per presentare il giovane talento alla nobiltà e all’alta aristocrazia di Milano.
La consacrazione ufficiale milanese di Mozart avviene il 12 marzo; in una precedente lettera alla madre, Amadeus confessa “Sono proprio stordito per tanto da fare. Mi è impossibile scrivere di più.” La richiesta è di quattro arie per soprano e orchestra e un recitativo con violini. La serata sarà nobilitata da centocinquanta invitati a Palazzo Melzi: fra gli altri spiccano i Belgioioso, i Borromeo, i Somaglia, i Beccaria, il Cardinale Arcivescovo Pozzobonelli. E il Conte Castiglione, che sottoscrive l’accordo per un’opera lirica per il Teatro Ducale. Si tratta di Mitridate, Re di Ponto – dramma per musica da rappresentarsi al Ducal Regio Teatro durante il carnevale del 1771, in data 26 dicembre.
Scriverà la Gazzetta di Milano:
“Mercoledì scorso si è avuta la rappresentazione di Mitriade Re di Ponto, che ha incontrato la pubblica soddisfazione per tutto, ma in particolare per l’eccellenza della musica. Il giovane Maestro studia il bello della natura e ce lo rappresenta adorno delle più rare grazie musicali”.
Seguiranno altre permanenze a Milano, altri spartiti, altri trionfi. Ma non l’assunzione da parte della Corte, data per certa visto il favore dell’Arciduca Ferdinando.
Ma nulla si potrà di fronte al rifiuto dell’Imperatrice Maria Teresa: “Non capisco perché avete bisogno di un compositore, non è necessario che la Casa Imperiale assuma un altro onere, no alla gente inutile.”