Laumellum. Il luogo-simbolo di Teodolinda. Il matrimonio di Teodolinda.
La grande festa che coinvolge la località, i suoi abitanti, i turisti, e che rinnova ogni anno le nozze della Regina con Agilulfo, è giunta alla 14° Edizione.
Fui partecipe anch’io anni orsono, felice di presentare proprio a Lomello il mio libro dedicato alla grande sovrana longobarda.
Valdrada, figlia del sovrano longobardo Vacone, sposa il duca Garibaldo che governa il popolo dei Bavari. Da questa unione nasce una bambina, Teodolinda. E’ appena iniziato l’anno 570. Nel castello situato nella terra dei Bavari, simile ad una fortezza tozza e quadrata con un portone massiccio e sopra di esso una inferriata con punte di lancia, la bambina diventa ragazza; mentre in un altro luogo, il giovane figlio d’un re longobardo amato e deceduto, diventa sovrano per acclamazione. È Autari, che dopo aver sconfitto i Franchi in dure battaglie, a Verona, capitale del suo regno, nel 589 sposa Teodolinda. Subito dopo è ancora tempo di guerra per i Longobardi, Autari e Teodolinda e la loro corte sono costretti a fuggire rifugiandosi presso il castello di Pavia. Poi sarà di nuovo vittoria per il giovane re, e si apriranno trattative di pace. È il settembre del 590, poche stagioni sono trascorse dal giorno delle nozze, quando un mattino un urlo scuote il castello. “Il re è morto!”. Odio che ha portato una mano assassina a mescolare vino e veleno? Oppure un morbo che silenzioso lo ha aggredito sul campo di battaglia e quei miasmi velenosi lo hanno ucciso? Comunque ora Teodolinda è sola. Ma la sua figura di donna giganteggia, la sua sapienza non si mette in discussione, la Corte Longobarda riconosce la sua regalità: sarà lei, una donna, la sovrana dei longobardi. Si spalanca una nuova pagina della sua storia. Ma come inizia tutto? Quando i duchi longobardi, pur ammirandone le capacità che forgiano la loro storia, decidono che la regina deve risposarsi per dare discendenza alla corona. “Sarò regina accanto ad un re allora, ma da me scelto e voluto!” Agilulfo, il duca di Torino. Il primo incontro. Arrossisce Teodolinda, Agilulfo è scosso da un brivido dolce. Ma dove inizia tutto? A Lomello, la località prescelta dove celebrare le nozze. Una vasta pianura silenziosa, i campi spazzati dal vento, una terra forte, tenace, protettiva. A Lomello si alzano le tende per il convivio e la festa nuziale, e per sottrarre poi i sovrani dalle parole e dagli sguardi altrui. Permettendo loro prossimità e appartenenza. Lasciando che si intreccino le loro mani, che sia sacra la loro unione che darà significato alla loro sorte, al tempo, alla storia. Sarà durante le ore trascorse a Lomello che i sovrani inizieranno ad esplorare il significato profondo delle loro vite. Da lì si avvia il cammino degli eventi. La capitale longobarda trasferita da Verona a Milano, il trono ariano di Agilulfo ma anche la riconosciuta corte cattolica a Monza, nel palazzo reale di Teodolinda che animerà gli incontri con le parole perfette della letteratura e della poesia e di ognuna delle arti, il prezioso rapporto della sovrana con Papa Gregorio, entrambi solidali tessitori di pace. Quindi sempre a Monza, la Basilica che la regina vorrà edificare in onore di San Giovanni Battista, e in essa conservata la Corona Ferrea e nella cappella a lei dedicata i magnifici affreschi degli Zavattari, il padre Francesco coadiuvato dai due figli Gregorio e Giovanni. Rimane comunque a Lomello il rinnovarsi del suo tempo eterno nel quale di Teodolinda si ritrova la presenza.
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