L’incrocio delle Cinque Vie a due passi dal Duomo, un incrocio importante per la storia milanese: una “stella” , le cui punte dirigono a via Bocchetto, via Del Bollo e poi via Santa Maria Fulcorina, via Santa Marta e via Santa Maria Podone.
“In sto canton vecc del nost Milan, l’è vivuu e l’è mort Gaitan Crespi, poetta e studios de la lengua meneghina, ambrosianon de coeur e de carater”
Questa dedica – in pura Lengua Milanesa – è situata sulla facciata dello stabile di via Santa Maria Podone 3, dove abitò appunto il succitato studioso, estimatore di Carlo Porta e autore, fra l’altro, del “Canzoniere Milanese”.
In Santa Marta 19 (allora Contrada Santa Marta 3398) prese abitazione il giovanissimo spaesato Giuseppe Verdi, arrivato per la prima volta a Milano; ospite di un conoscente di Busseto, Giuseppe Seletti, Professore di Lettere in una scuola vicina a casa.
Ma un’altra delle Cinque Vie è sicuramente da citare: S. Maurilio.
Al civico 14 una facciata di assoluta semplicità, ma il cortile cela l’esistenza di una dimora nobile, monumentale. Scalone settecentesco decorato con volute di stucco, cortile con pavimentazione a ciottoli del Ticino e un fronzuto albero al centro.
Poco distante, al 19, un edificio di origine quattrocentesca, un salone con soffitto ligneo, colonne con capitelli, altro cortile monumentale. Vicina era la Chiesa dedicata a Santa Marta, che nel 1700 ospitava un convento.
È in questo incrocio della vecchia Milano che nel corso dei secoli coabitarono i nobili e i popolani, i bottegai, dai fornai ai falegnami, ai venditori di stoffe, ai fabbri esperti a forgiare ferri di cavallo.
I nobili dalle notevoli finanze e con grandi palazzi signorili arredati con gusto raffinato e prezioso, ma dagli esterni poco appariscenti secondo l’uso milanese.
Piazza Borromeo e Via Borromei, che si conclude all’incrocio con via Santa Maria Fulcorina. I Borromei erano ricchi mercanti fiorentini, grande e potente la loro nobile dinastia che vede all’inizio Vitaliano e Giovanni consiglieri del Duca di Milano Francesco Sforza. E sarà Vitaliano, militare, politico, diplomatico e mecenate, a dar avvio ai lavori di costruzione del palazzo quattrocentesco con stupende finestre in cotto, decorazioni pittoriche a ripetere il motto della famiglia ”Humilitas”, saloni d’onore con affreschi a raccontare i passatempi d’allora – le danze delle damigelle, il gioco dei Tarocchi, il gioco con la palla – e uno dei più eleganti cortili privati di Milano.
Fra il palazzo di famiglia e la chiesa di Santa Maria Podone – originaria del nono secolo, fatta erigere da Verolfo Podone, della quale i Borromei avevano il giuspatronato – la , prima statua in metallo (bronzo e rame) comparsa in Milano su una pubblica via, inaugurata dal cugino arcivescovo Federigo Borromeo il 25 agosto 1624 a seguito della canonizzazione di San Carlo.
Di nuovo in via Santa Marta dov’è la sede della Società Incoraggiamento Arti e Mestieri.
“Il miglior modo di favorire l’industria è quello di illuminarla con l’istruzione”
La SIAM venne fondata nel 1838 da Antonio Kramer ed Henrich Mylius, esponenti degli ambienti economici e culturali lombardi.
Rappresenta una delle istituzioni più antiche e produttive che hanno accompagnato il processo di industrializzazione di Milano riverberatosi poi in tutta la Lombardia.
Il palazzo dove la Società è stata istituita rispecchia la pianta quadrilatera del preesistente lotto seicentesco, ma anche le necessità del nuovo utilizzo: numerose ed ampie aule, laboratori, biblioteca, aula magna, archivio, uffici. Oltre alla Galleria dei Benefattori al termine della quale i monumenti ai due Fondatori: Che primi in Milano volsero l’ingegno a fecondare colle dovizie della scienza le inconsce industrie della mano.”