Il mare a Milano quanto lavoro. Quanti progetti. Un desiderio, un obiettivo. Si comincia già nei primi anni del Novecento. L’Ingegner Pirelli pensò di riprendere l ‘antico tracciato dai Romani, spostando però il punto di partenza delle imbarcazioni a Rogoredo, dove tutte le acque si raccolgono prima di avviarsi verso il Lambro. “L’esigenza è quella di creare un porto commerciale con diversi bacini disposti a pettine e un porto canale industriale utilizzabile dalle industrie”. Il progetto tecnico definitivo si avrà nel 1917, ripreso alla fine della guerra anche con l’intento di dare lavoro a un gran numero di disoccupati, gli uomini di ritorno dal fronte.
Diverse opere verranno realizzate fra il 1919 e il 1922, ma proprio in quest’ultimo anno, data la trasformazione politica in atto, i lavori vengono sospesi; per contro aumenta il traffico alla Darsena di Porta Ticinese, con le sue 70 imbarcazioni al giorno ma di modesta portata, assai inferiori a quelle che avrebbero potuto navigare da Milano a Venezia lungo il Po. Il mare a Milano: perché non mettere mano al vecchio progetto? La ripresa vede alla direzione l’Ingegner Giuseppe Baselli, capo dell’Ufficio Tecnico Municipale. “Abbiamo stabilito quali modifiche apportare. Il porto commerciale resta a Rogoredo. Verrà spostato quello industriale che con un lungo canale si congiungerà al Naviglio Pavese sotto la Conca Fallata, per proseguire fino al Naviglio Grande”. “E come pensate di superare il dislivello di ben 20 metri tra Rogoredo e il Naviglio Grande?”.
“Sono previste tre conche. All’incrocio con i due Navigli due grandi Darsene favoriranno l’interscambio. Voglio anche chiarire che l’alimentazione di questo porto canale sarà assicurata da un nuovo Naviglio Grande che seguirà un tracciato diverso da quello dell’antico Naviglio. Il vantaggio ulteriore? Ci sarà consentito di realizzare strade più ampie e avremo la possibilità di attuare una espansione abitativa di tutta l’area”.
Scaffali polverosi. Faldoni gonfi di documenti, raccoglitori con enormi piantine della zona, disegni, misurazioni. E tanto silenzio. Un infinito silenzio avvolge il progetto. Sino al fatidico 1972. Con un nuovo ordinamento regionale la Regione Lombardia proclama l’imminente inizio delle opere.
Milano avrà il suo mare. E l’avrà Milano, il suo mare e il suo porto. Basta accontentarsi. È una stazione della metropolitana. Porto di Mare!
Il mare.
È l’eterno movimento che lo rende affascinante. È come un respiro, si alza e si abbassa, accoglie i pensieri. Raduna le scintille oppresse, le restituisce alla loro origine in un elemento vertiginosamente sconfinante con l’eternità. Il mare. È un mistero che trascende l’orizzonte umano, è la sublime altezza che laggiù lontano fin dove arriva lo sguardo sfiora il cielo ed è l’abisso più profondo. Racconta la leggenda che in fondo al mare…
“È in fondo al mare che si trova il cuore del mondo, perché in fondo al mare è arrivato un ragazzo innamorato. Ha scelto di morire così perché follemente innamorato di una ragazza, bella, bionda, con gli occhi azzurri come il mare, e precipitando nel colore degli occhi di lei lui ha scelto di morire. Non avrebbe mai potuto averla, il padre della sua bella osteggiava il loro sentimento, ricchissimo l’uomo, povero il ragazzo: che futuro poteva offrire alla sua unica figlia?
Si suicida annegandosi, il ragazzo, o almeno così crede, perché il mare ha compassione di lui, lo accoglie, con il suo eterno respiro gli restituisce il respiro. Il ragazzo è ancora vivo in fondo al mare e con la forza del suo amore lancia sino alla superficie dell’acqua migliaia di fili di luce e tutti accorrono a vedere il prodigio. La ragazza non ha bisogno di correre, lei è già da molte ore presso la riva del mare, e nel mare ha lanciato una bottiglia con dentro un messaggio d’amore per il suo amore. E’ certa che lo riceverà, il mare glielo consegnerà, il mare non può averlo ucciso, il mare protegge l’amore. Il ragazzo con le migliaia di fili di luce inizia a tessere il suo tempo, una tela fatta di giorni, mesi, anni di amorevole luce, e quando ha finito ecco, può risalire in superficie e senza più un corpo, impalpabile come un sogno può entrare dentro la sua amata e continuare a vivere in lei. Uniti per sempre, reciprocamente destinati, nella dolcezza si stempera l’angoscia di un amore infelice che invoca e infine ritrova i diritti del cuore”.