Le Donne del Cimitero Monumentale di Milano sono differenti per epoca, estrazione sociale, professione; ma tutte hanno lasciato una traccia importante e al termine della loro esistenza sono state accolte nel Museo a cielo aperto di Milano.
DINA GALLI è ancora una bambina quando comincia a calcare le tavole del palcoscenico.
Del resto sua madre è una caratterista che recita in piccole compagnie, e quello è il loro mondo. Ma un giorno per lei tutto cambia: il grande attore dialettale milanese che diventerà un’icona, Edoardo Ferravilla, scopre nella giovane la trascinante e istintiva capacità di recitazione. La Dina, come la chiamano affettuosamente spettatori e critici, inizia la sua scalata verso la notorietà. Un testo brillante e malizioso come “La dame de chez Maxim” di Feydeau segna la sua affermazione d’attrice, interprete ideale di tanti ruoli leggeri, frivoli, comici ma anche venati di sentimento.
Passerà di successo in successo, sino ad incarnare le protagoniste di due opere di Dario Niccodemi, “La maestrina” e “Scampolo”, dolorosi e poetici profili femminili. Per tornare poi al dialetto milanese con “Felicita Colombo”.
Seguirà un periodo dedicato al cinematografo, e nel dopoguerra ci sarà la sua presenza delle riviste come in “Il cappello sulle ventitrè”. Indimenticabile la gradevole capacità comica espressa nella commedia “Arsenico e vecchi merletti”.
Morirà a Roma nel 1951. Ma il suo tempo eterno è racchiuso al Monumentale.
ROSINA STORCHIO in un primo tempo allieva al Conservatorio di Milano, poi con insegnanti privati. Ne è certa da subito, lei diventerà un importante soprano. La sua vita è l’Opera lirica, alla quale lei veneziana, si dedica totalmente.
Il suo debutto è al Teatro Dal Verme con “Carmen” di Bizet. Altri libretti, altri spartiti, per arrivare nel 1900 protagonista della prima assoluta di “Zazà” di Leoncavallo al Teatro Lirico, sul podio il Maestro Arturo Toscanini.
I due poi passeranno dall’intesa artistica al riconoscimento di un sentimento amoroso, una relazione intensa che vedrà la nascita di un figlio, Giovanni, nel 1903; drammatico e doloroso evento per entrambi, il bambino nasce celebroleso e trascorrerà la sua breve vita, morirà a 16 anni, in un Istituto a Bergamo Alta. Il soprano intanto è contesa dai maggiori compositori dell’epoca. Memorabili le sue interpretazioni in “Manon Lescaut”, “La sonnambula”, “Don Pasquale”.
Indimenticabile, seppure in negativo ma non per colpa degli interpreti, il suo sofferto ruolo di Cio-Cio-San nella prima assoluta della pucciniana “Madama Butterfly” del 1904.
Clamoroso insuccesso che si trasformerà poi in una delle opere più amate e richieste dagli spettatori di tutto il mondo. E proprio con quest’opera Rosina Storchio darà il suo addio alle scene nel 1923 a Barcellona.
Morirà nel luglio del 1945, rimanendo per sempre a Milano, al Monumentale.
VIRGINIA TEDESCHI a 21 anni sposa Giuseppe Treves che, con il fratello Emilio, era proprietario della nota casa editrice.
Grazie alla dote della moglie, Giuseppe potrà ampliare l’azienda; e grazie direttamente alle capacità di Virginia, autentica imprenditrice oltre che scrittrice, si avrà un contributo rilevante all ’autorevolezza delle Edizioni Treves, allo sviluppo di diverse Collane, come le prestigiose “Biblioteca dei Viaggi” e “Biblioteca delle Meraviglie”, così come per merito del suo personale impegno si arriverà alla pubblicazione del settimanale “L’Illustrazione Italiana”.
Oltre ad un più frequente rapporto con gli scrittori più importanti dell’epoca, che si incontravano con Treves e la consorte nella villa che i coniugi avevano a Pallanza, sulle rive del lago Maggiore: Giuseppe Giacosa, Arrigo Boito, Giovanni Verga, Ada Negri, Gabriele D’Annunzio, Matilde Serao, Edmondo De Amicis. Grazie a lei, oltre ai settimanali illustrati e alle pubblicazioni mensili, Treves farà uscire anche un quotidiano “Il Corriere di Milano”.
“Donna di lettere e di polso” veniva definita; scrittrice infatti, con il debutto nel 1879 del suo primo romanzo “Il regno della donna”. Si dedicherà poi a libri per bambini, fra i quali “Piccoli Eroi”
arriverà addirittura alla 62° edizione! Ancora, nel filone della letteratura per l’infanzia “Nel regno delle fate” e “Racconti di Natale”. Tutti i suoi libri saranno firmati con lo pseudonimo Cordelia, l’eroina di Shakespeare nel “Re Lear”.
Virginia sarà anche fra i fondatori di “Lyceum”, per incoraggiare le donne agli studi scientifici, umanistici, artistici.
La sua avventura terrena termina nel 1916. E il Monumentale ne accoglie il riposo.