Attentato al Kursaal Diana (Seconda puntata)
A Milano si vive nell’infuocato clima sociale che precede la marcia su Roma del 1922.
L’attentato è stato organizzato per colpire il questore Giovanni Gasti che si riteneva abitasse in un appartamento sopra il Teatro.
La sera del 23 marzo 1921 gli attentatori posizionano una cesta contenente 160 candelotti di gelatina esplosiva nei pressi dell’ingresso che porta dall’albergo alla sala di spettacolo.
Quella sera presso il teatro del Kursaal Diana è in programma l’ultima replica della Mazurka Blu di Franz Lehar; dietro le quinte c’è notevole agitazione perché per protestare contro il licenziamento di un collega gli orchestrali avevano indetto uno sciopero improvviso, trattative lunghissime per raggiungere un accordo e finalmente alle 22.40 viene annunciato l’inizio dello spettacolo. Il folto pubblico prende posto e proprio in quel momento la bomba esplode. Il bilancio sarà pesantissimo: 21 morti e 80 feriti.
Le indagini vengono immediatamente avviate proprio dal questore Giovanni Gasti, presente in sala al momento dell’esplosione. Un giovane anarchico viene catturato, mentre una squadra d’azione decide una immediata rappresaglia lanciando bombe contro la nuova sede del giornale socialista Avanti! in via Ludovico Settala e incendiando la redazione del giornale anarchico Umanità Nova in via Carlo Goldoni. Nel giro di poche settimane saranno numerosi gli arresti nell’ambiente degli anarchici lombardi.
Il processo contro gli attentatori inizia il 9 maggio 1922 avanti la Corte di Assise di Piazza Fontana, nella stessa aula dove era stato processato il regicida Gaetano Bresci.
Il 1 giugno viene pronunciata la sentenza: tre ergastoli e pene varianti fra i 15 e 4 anni di carcere.
Giovanna Ferrante