Gioacchino Rossini. A 150 anni dalla sua morte, si celebra, in Italia e nel mondo, l’illustre musicista, nato il 29 febbraio 1792.
A Milano si parla di un giovane compositore, tal Gioacchino Rossini. Si dice che ha solo vent’ anni, e ha già scritto sette Opere.
Il suo esordio sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia con “La cambiale di matrimonio”.
Ed era arrivato anche a Milano l’eco del talento del Maestro. Nel 1812 il Teatro alla Scala gli presenta una proposta di contratto: con la sua Opera “La pietra del paragone” è degno di entrare in cartellone alla Scala!
La prima rappresentazione ha luogo il 26 settembre, il libretto del melodramma giocoso è di Luigi Romanelli; il 3 ottobre il “Corriere delle Dame” pubblica un articolo al riguardo:
“La musica di quest’Opera fu tanto applaudita che pochi Maestri possono ottenere un’eguale gloria. Questo giovanissimo signor Rossini, se non invanirà di troppo, se studierà sugli antichi modelli, potrebbe essere il ben preconizzato a far risorgere la vera gloria della musica italiana!”
L’Opera sarà rappresentata in 53 repliche, e il suo autore riceverà in dono dal vicerè Eugenio di Beauharnais l’esenzione dal servizio militare!
E l’aria “Ombretta sdegnosa…” verrà ripresa da Antonio Fogazzaro nel suo romanzo più famoso “Piccolo mondo antico”.
Una carriera, quella di Rossini, caratterizzata da straordinari successi, come quelli trionfali de “La pietra del paragone”, “La gazza ladra”, “L’Italiana in Algeri”, “Semiramide”.
E anche insuccessi, come quello storico e clamoroso alla prima de “Il Barbiere di Siviglia” al Teatro Argentina di Roma nel 1816, causato dai tafferugli organizzati da suoi detrattori. Opera che peraltro solo pochi giorni dopo otterrà un folgorante trionfo!
Gioacchino era nato a Pesaro, e da subito aveva respirato musica. Suo padre, allegro e cordiale tanto da essere soprannominato il Vivazza, era infatti il trombettiere della Banda Municipale e per arrotondare, quando lo chiamavano, suonava anche nei teatri; la madre cantava nei ruoli da primadonna nei teatri di provincia. E il piccolo Gioacchino a soli nove anni suonava già la viola, poi frequenterà il Liceo Musicale di Bologna.
Rossini torna a Milano sotto contratto dell’impresario Domenico Barbaja, gestore dei teatri di Napoli, che pur di averlo per sé gli ha offerto una somma ingentissima e in aggiunta un interesse sui giochi d’azzardo che aveva in appalto. Molto denaro significherà molto impegno: dal 1815 al 1822 Rossini comporrà ben 10 Opere fra le quali “Elisabetta” scritta per Isabella Colbran, il celebre soprano che diventerà la moglie del compositore.
“La gazza ladra” Opera di genere semiserio. Per la prima alla Scala la parola a Stendhal:
“Alla fine del primo presto il pubblico era già matto di gioia, tutti accompagnavano l’orchestra. L’Opera non fu più che una sola scena d’entusiasmo. Ad ogni pezzo bisognava che Rossini si alzasse dal suo posto al clavicembalo per salutare il pubblico; e fu prima stanco lui di salutare che il pubblico d’applaudire”.
Nel 1823 Gioacchino Rossini è il fenomeno in Europa. Al Teatro alla Scala, su venti titoli in cartellone, tredici sono opere rossiniane per 170 recite complessive.
Tornando a Stendhal, che scrive “Vita di Rossini” quando il Maestro ha solo 32 anni, questo è ciò che afferma nella Prefazione:
“Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in danaro alla lotteria della natura. A differenza di quello, egli ha vinto un nome imperituro, il genio e la felicità”.