“Ecco, fu questo per Pirandello, Marta Abba: la vita”
Milano anno 1900. 25 giugno. Nasce Marta Abba.
Crescendo, scopre d’avere una passione assoluta per il teatro, in sostanza vuole recitare.
Si iscriverà all’Accademia dei Filodrammatici; Accademia che era stata fondata nel lontano 1796, al fine di allestire rappresentazioni teatrali con gli interpreti formati proprio presso la “Scuola di Declamazione” dell’Accademia stessa. Nel 1805 diventerà ufficialmente “Scuola di Arte Drammatica”, dove più di un secolo dopo entrerà la giovanissima Marta per apprendere il mestiere d’attrice, che la passione deve essere sostenuta dalla formazione.
L’allieva si distingue subito per il suo talento.
Il drammaturgo Sabatino Lopez la scrittura per il Teatro del Popolo di Milano che lui presiede, proponendole ruoli al fianco della celebre attrice Esperia Sperani.
Marta Abba affronterà il teatro di Carlo Bertolazzi e quello di Dario Niccodemi, per confrontarsi poi nel 1922 con “Il Gabbiano” di Cechov e la sua interpretazione verrà lodata persino da Marco Praga, il più intransigente dei critici.
“C’è una tempra di attrice in questa giovane, aggiungerei di prima attrice. La sua bella figura scenica, la sua maschera, la sua voce che è di timbro dolcissimo e insieme delle più calde, l’intelligenza di cui ha dato prova, la sua sicurezza e la sua disinvoltura, la dimostrano nata per la scena.”
Voci assai positive su questa esordiente arrivano a Luigi Pirandello, che la scrittura senza neppure conoscerla.
Il loro primo incontro: Marta Abba ha 25 anni, Luigi Pirandello sta per compierne 58.
La giovane milanese ancora sconosciuta e il famoso Maestro di Girgenti.
La proposta è importantissima: prima attrice del Teatro d’Arte di Roma, fondato da Pirandello che ne è direttore artistico.
La sera del 18 maggio 1925 al Teatro Manzoni, la prima dei “Sei personaggi in cerca d’autore” nei panni della Figliastra, sarà il prologo della sua carriera artistica.
Da questo momento Marta Abba diventa la sua interprete e la sua musa ispiratrice.
Poi verranno le tournée in Italia e all’estero, poi gli altri copioni della drammaturgia pirandelliana:
“Vestire gli ignudi” – “Così è (se vi pare)” – “Il piacere dell’onestà” – “L’Amica delle mogli”.
Nel 1930, mentre Pirandello si trova a Berlino in volontario esilio, l’attrice mette in scena al Teatro Filodrammatici di Milano “Come tu mi vuoi”.
Alberto Cecchi scriverà: “Ieri sera, così sola, autodidatta, a furia di intelligenza, di slancio, di passione, ci è parsa una delle più grandi attrici che abbiamo.”
Due anni dopo la morte del Maestro nel 1936 – del loro rapporto ci resta un epistolario di centinaia e centinaia di lettere – Marta Abba si sposerà negli Stati Uniti con un ricco potente industriale, matrimonio che durerà 14 anni, poi la separazione e il divorzio.
Marta Abba tornerà a Milano. Negli ultimi anni, colpita da una paresi, si trasferirà a San Pellegrino Terme
Di nuovo a Milano, dove morirà nel 1988.
Giovanna Ferrante