Nasce a Vignola, un paese del Ducato di Modena e Reggio.
Fin da ragazzino si appassiona allo studio della grammatica, poi Lettere presso l’istituto dei Gesuiti di Modena e in seguito Filosofia e Diritto presso il Collegio dei Nobili di San Carlo, laureandosi in entrambe.
Con questo rafforza le attese del padre che lo vede proiettato nel profittevole esercizio dell’avvocatura, ma l’autentica passione di Ludovico sono le Lettere, è orientato ad una vita dedicata alla cultura.
Dopo le due Lauree, si dedicherà allo studio della lingua greca.
Appassionato di letteratura, di storia e di arte, accanto al bibliotecario ducale Benedetto Bacchini – storico e abate del monastero di San Pietro di Modena – approfondirà la sua cultura affiancando agli studi classici l’approfondimento in ambito religioso, in particolare patristica ed ecclesiastica.
Nel 1695 l’arrivo a Milano del giovanissimo studioso (ha solo 22 anni), per volontà dell’abate Gilberto Borromeo che in qualità di Patrono perpetuo della Biblioteca, aveva proposto di inserirlo fra gli scanni dei Dottori dell’Ambrosiana.
In quello stesso anno Ludovico Muratori riceve l’ordinazione sacerdotale.
Fu straordinaria la sua capacità di valutare i manoscritti per valorizzare il patrimonio culturale di quell’immensa ricchezza di testi dell’Ambrosiana. In quel compito proprio dei Dottori del Collegio per volontà del fondatore Cardinal Federigo Borromeo, nessuno come lui fu capace di tanto lavoro nella sua seppur breve permanenza, solo 5 anni nella nostra città. Sarà lui a delineare la direttrice principale degli studi dell’Ambrosiana nella prima metà del Settecento.
Cosa offre Milano a Ludovico Muratori?
La vivacità culturale, i salotti culturali (che prenderanno il nome di Accademie) frequentando i quali conosce studiosi impegnati nell’approfondimento delle lettere, delle arti, delle scienze. E l’amicizia profonda con Carlo Maria Maggi, il poeta che lo porta a maturare il gusto letterario e il suo patrimonio del sapere.
“Questa città mi riesce compita per ogni riguardo, essa mi piace estremamente. E’ grandissima, piena di nobiltà, di mercanti e di gente quasi tutta di buon cuore. Per non tacere dell’Ambrosiana, dove con indefesso studio e giubilo sono a rivoltare i copiosi e rari codici manoscritti col desiderio di scoprire qualche cosa a dar la sua prima comparsa nella repubblica delle Lettere.
Desideravo forte di trovare chi porgesse buon filo a miei passi nello studio dell’erudizione.”
Studierà anche a fondo i riti della Chiesa Ambrosiana “famosi per la loro antichità e diversità da quelli della Romana”.
Costretto dal Duca Rinaldo d’Este, deve far ritorno a Modena per occuparsi del riordino del poderoso archivio di Casa Estense.
Rientrerà a Modena lasciando Milano con grande rimpianto. Ma solo dopo aver chiesto ed ottenuto di rimanere nella nostra città sino al compimento degli studi letterari già iniziati e in vicinanza di conclusione.
Giovanna Ferrante
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